I dolori all’anca sono molto comuni e data la complessità della sua struttura anatomica non sempre è facile individuare la causa che scatena questo fastidioso sintomo. A volte può trattarsi di borsite trocanterica. Scopriamo che cos’è e perché è difficile da individuare.
In medicina il termine “borsite” indica l’infiammazione di una borsa sinoviale, l’ammortizzatore anatomico che si trova in molte articolazioni. Le borse sinoviali possono infiammarsi per moltissimi motivi, da errori posturali a traumi che hanno causato un’alterazione dell’equilibrio articolare.
La borsite trocanterica o trocanterite riguarda una delle borse che si trova nell’articolazione dell’anca, più precisamente una delle borse che hanno il compito di separare il grande trocantere dai tendini dei muscoli glutei, il tratto ileo tibiale e il tensore della fascia lata.
Quando la borsa sinoviale si infiamma il liquido al suo interno aumenta e di conseguenza aumenta anche il suo volume che causa problemi di spazio a muscoli e tendini, provocando difficoltà di movimento.
I casi di borsite trocanterica sono difficili da individuare e sono anche poco frequenti. L’infiammazione della borsa raramente è la causa primaria del dolore che si prova all’anca. In genere la trocanterite insorge quando si è già sviluppato e cronicizzato un disturbo muscolare o una tendinopatia.1
Cosa causa la borsite trocanterica?
La borsite trocanterica può insorgere come conseguenza di traumi o microtraumi ripetuti al fianco, successivi ad es. ad una caduta, o può essere il sintomo di una patologia reumatica come la gotta, l’artrite, l’artrosi o di un’infezione.
La borsa può infiammarsi anche per un sovraccarico funzionale, questa causa in genere è più comune nelle persone che praticano molto sport e in coloro che svolgono particolari attività lavorative caratterizzate da movimenti ripetitivi.
Tuttavia esistono fattori predisponenti a questa infiammazione che sembra colpire con maggior incidenza le donne, le persone al di sopra dei 40 anni e le persone in stato di obesità.
Inoltre sembra essere determinante anche il livello di potenza muscolare, l’aver subito precedenti interventi nella regione dell’anca e del ginocchio e la presenza di particolari anomalie anatomiche come la dismetria degli arti inferiori e l’anca a scatto.
Quali sono i sintomi della trocanterite?
Il sintomo principale della borsite trocanterica è il dolore che si presenta in maniera crescente, è concentrato principalmente sul fianco all’altezza dell’anca ma può essere percepito fino al ginocchio. Questo sintomo è causato dallo sfregamento tra le varie parti anatomiche che compongono l’articolazione e dalla eccessiva pressione che si è creata al suo interno.
Esistono però dei momenti e movimenti che possono aggravare non di poco la sintomatologia dolorosa, ovvero:
- correre;
- stare seduti con le gambe accavallate;
- alzarsi o sedersi da una seduta troppo bassa;
- trascorrere molto tempo in piedi caricando il peso su un solo arto;
- dormire di fianco sul lato in cui si percepisce il dolore.2
Come viene diagnosticata?
Per avere una diagnosi è necessario rivolgersi ad un medico specialista che cercherà di individuare la causa primaria che provoca l’infiammazione della borsa trocanterica.
Il medico, per individuare il problema con esattezza. si avvale di test clinici come l’analisi della postura, l’esame dell’appoggio dell’arco plantare, l’analisi del cammino e della corsa, test di forza e lunghezza muscolare, analisi dei vizi posturali.
Lo specialista valuterà lo stato dell’area anatomica dolorosa con la palpazione al fine di individuare debolezza dei tessuti, deformità, tumefazioni, tono muscolare, temperatura cutanea, contratture e gonfiori. Potrà inoltre richiedere un’ecografia o una risonanza magnetica per un’ulteriore approfondimento.
Il problema principale è riuscire a differenziare la borsite trocanterica da altre patologie che causano dolore nella stessa sede anatomica come ad esempio la coxartrosi.3
Trattamenti per la borsite trocanterica
Il medico, a seconda del caso clinico, può consigliare un approccio conservativo che preveda il riposo da tutte le attività che scatenano i sintomi dolorosi e può suggerire l’assunzione di farmaci antinfiammatori al bisogno.
Successivamente lo specialista può prescrivere un percorso di fisioterapia personalizzato, una terapia infiltrativa a base di corticosteroidi e una terapia che prevede l’utilizzo delle onde d’urto. Spesso però tutti i metodi sopraelencati riescono a curare il sintomo ma non la causa della borsite.
Per risolvere definitivamente il problema, nella maggior parte dei casi, è necessario sottoporsi ad un intervento chirurgico. L’intervento, a seconda del caso clinico, può prevedere l’asportazione della borsa in artroscopia, l’osteotomia riduttiva del grande trocantere e l’allungamento o la fissazione della bandelletta ileo-tibiale.4