Cartilagine: com’è fatta e perché è così importante

Protegge, separa, ammortizza, lubrifica, sostiene. La cartilagine è un tessuto connettivo specializzato che ha il compito principale di collegare tra di loro, funzionalmente e strutturalmente, altri tessuti del nostro organismo.

La cartilagine si forma dalle cellule mesenchimali durante il periodo embrio-fetale creando il primo abbozzo dello scheletro.

Dopo la nascita, il tessuto cartilagineo è fondamentale per l’accrescimento delle ossa lunghe. In età adulta è presente sulle superfici articolari, nei dischi intervertebrali, nel padiglione dell’orecchio esterno e in molte altre parti del corpo.1

Com’è fatta la cartilagine?

Che cos’è la cartilagine?

La cartilagine è formata da cellule, i condrociti, e da una matrice extracellulare composta da fibre di collagene o fibre elastiche immerse in una matrice amorfa.

La stessa matrice amorfa è composta principalmente da collagene e proteoglicani che le conferiscono solidità. L’unione di queste sostanze dona alla cartilagine una consistenza gelatinosa.

La cartilagine è rivestita da una membrana di tessuto fibroso denso chiamato pericondrio.

Il tessuto cartilagineo è privo di nervi e vasi sanguigni perciò si nutre esclusivamente grazie alla diffusione di sostanze provenienti da tessuti vicini come il pericondrio. Questa particolarità è la principale causa della sua limitata capacità di autorigenerazione.2

infografica dove si trova la cartilagine

Funzioni e tipologie di cartilagine

Il tessuto cartilagineo ha il compito di proteggere l’osso, annullare la frizione durante lo scorrimento sulle superfici articolari, ridurre le forze di carico e fornire sostegno ai tessuti molli.3

In base alla composizione della sua matrice e alla sua funzione, la cartilagine viene classificata in tre tipologie: elastica, fibrosa e ialina.

Cartilagine elastica
La cartilagine elastica, grazie alle abbondanti fibre elastiche associate a una ricca trama di fibre di collagene di tipo II, è molto flessibile e può deformarsi senza subire alcun danno.

Questa varietà di cartilagine ha un colore giallastro e si trova nell’orecchio esterno, nella punta del naso, nell’epiglottide, nel canale uditivo e nella laringe. La funzione della cartilagine elastica è quella di fornire sostegno.

Cartilagine fibrosa
La cartilagine fibrosa si caratterizza per essere molto resistente, è in grado di resistere alla compressione, alla trazione e previene l’attrito tra le ossa.

Formata principalmente da fibre di collagene di tipo I e condrociti, si concentra a livello dei dischi intervertebrali, i dischi che separano le vertebre lungo il rachide, dei menischi intra-articolari del ginocchio, delle ossa pubiche e si trova anche nei punti di intersezione tra tendini, legamenti e ossa.

Cartilagine ialina
La cartilagine ialina è la più diffusa nel corpo umano, si caratterizza per una superficie liscia, lucida e dal colore bluastro. Questo tipo di cartilagine è formata principalmente da fibre di collagene di tipo II.

Si trova tra le costole e lo sterno, copre le superfici ossee delle articolazioni sinoviali, sostiene la laringe, la trachea, i bronchi e compone parte del setto nasale. La principale funzione della cartilagine ialina è quella di fornire un sostegno rigido ma flessibile in grado di diminuire l’attrito tra le componenti.4

Una particolare varietà di cartilagine ialina è la cartilagine articolare. La cartilagine presente nelle articolazioni copre i capi articolari, rende le superfici ossee più omogenee facilitando lo scorrimento e ammortizzando il peso che grava sulle articolazioni. La cartilagine articolare non è circondata dal pericondrio e si nutre grazie al liquido sinoviale.

Tessuto cartilagineo: quali pericoli?

La cartilagine è un tessuto estremamente delicato e può danneggiarsi per le cause più disparate. Le lesioni della cartilagine, chiamate lesioni osteocondrali, sono dei danni che creano delle “falle” all’interno del tessuto.

A seconda dell’entità, e della causa primaria del danno cartilagineo, è possibile che la cartilagine inizi a perdere le sue proprietà funzionali, come l’elasticità. Da quel momento è possibile che si inneschi un lento ma inesorabile processo di deterioramento fino alla totale scomparsa del tessuto cartilagineo.

Il primo sintomo di una lesione al tessuto cartilagineo è il dolore che, nella maggior parte dei casi, si localizza proprio nel punto in cui il tessuto sta soffrendo.

I principali fattori di rischio che possono far sviluppare un problema alla cartilagine sono riconducibili a situazioni particolari che possono accelerare il processo di usura della cartilagine come l’obesità, i fattori meccanici, i traumi e gli errori posturali.

A questi fattori si affiancano le infiammazioni, le malattie degenerative e le patologie reumatiche.5

Prevenzione e trattamento dei problemi alla cartilagine

Per mantenere la cartilagine in buona salute è necessario mantenere uno stile di vita sano e attivo e seguire una corretta ed equilibrata alimentazione.

Quando si sospetta di avere un problema alla cartilagine è necessario rivolgersi al più presto a un medico specialista. Solo dopo una visita approfondita sarà possibile avere una diagnosi e di conseguenza le soluzioni terapeutiche più adeguate.

Purtroppo, a causa dello scarso potere rigenerativo della cartilagine, le opzioni di tipo conservativo sono poche, tra queste citiamo il risparmio articolare e le terapie infiltrative che consentono di contenere il dolore, diminuire l’infiammazione e tentano di frenare il processo degenerativo in atto.

I trattamenti chirurgici per la riparazione dei danni osteocondrali, oggi grazie alla medicina rigenerativa, si muovono principalmente in tre direzioni: riparare, sostituire e rigenerare. Per raggiungere questi obiettivi esistono vari trattamenti come l’inserimento di particolari scaffold (sostituti ossei) che mimano la struttura della matrice cartilaginea, l’innesto tissutale e gli innesti di cellule staminali autologhe.

Note

  1. Vettore, Alice. “L’ingegneria tissutale nella riparazione della cartilagine”, Università degli Studi di Padova, 2012/2013, pag. 1 – 8
  2. Flamingi, Anna. “Applicazioni della glicobiologia all’imaging molecolare”, Università degli studi di Trieste, pag. 2-5
  3. Ivi
  4. “Cartilagine e osso”, Università degli Studi di Roma, Dip. Istologia
  5. Vettore, Alice. “L’ingegneria tissutale nella riparazione della cartilagine”, Università degli Studi di Padove, 2012/2013, pag. 16 – 8

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