Cos’è un’artroplastica dell’anca e quando è indicato l’intervento?

Si sente spesso parlare di artroplastica dell’anca come soluzione chirurgica per i pazienti affetti dalle forme più gravi di artrosi. L’artroplastica è un tipo di intervento specialistico che può essere applicato a diverse articolazioni del corpo umano, e consiste in una ricostruzione o sostituzione chirurgica degli elementi danneggiati, al fine di ristabilire il corretto funzionamento dell’articolazione stessa. Ma in cosa consiste effettivamente un’operazione di artroplastica dell’anca e in quali casi è indicato il ricorso all’intervento chirurgico?

Risponde il Dr Paolo Filippini, specialista in chirurgia protesica dell’anca:

artroplastica anca protesi Per artroplastica si intende un intervento chirurgico che sostituisce una articolazione malata con componenti metalliche, ceramiche o plastiche, le quali, una volta assemblate, permettono una mobilità e una funzionalità proprie di quell’articolazione.

L’artroplastica dell’anca, nello specifico, è un intervento chirurgico che prevede la sostituzione dell’anca malata con un meccanismo protesico in grado di assicurare delle potenzialità funzionali analoghe a quelle di un’anca normale, garantendo una qualità di vita ottimale er il paziente. L’articolazione dell’anca è anatomicamente costituita da una cavità cotiloidea di pertinenza del bacino e dalla testa del femore. L’artroplastica dell’anca può prevedere la sostituzione unicamente della testa femorale oppure la sostituzione può riguardare sia la testa del femore che la cavità acetabolare. In questo caso si può parlare tecnicamente di un intervento noto nell’ambito della chirurgia protesica come artroplastica totale dell’anca. 

L’intervento di artroplastica dell’anca è indicato quando la degradazione dell’articolazione determina una sintomatologia dolorosa tale da ridurre considerevolmente il grado di autonomia di un paziente, la possibilità di restare in piedi e di camminare a lungo, è ragionevole porre l’indicazione di un’artroplastica totale di anca. Non è una brutta radiografia dell’anca che deve portare all’intervento chirurgico, ma i frequenti disturbi dolorosi e funzionali che questa degradazione dell’anca purtroppo procura al paziente.

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