Traumi muscolari: contusione, contrattura, stiramento e strappo

I traumi muscolari sono un infortunio molto frequente, non solo per gli atleti. Impariamo a conoscere le varie tipologie di trauma muscolare, la loro classificazione e quali sono i trattamenti migliori per recuperare la mobilità perduta.

I danni muscolari si verificano per le cause più diverse e possono colpire qualsiasi tipo di persona, a prescindere da età, sesso, peso corporeo, abitudini e stile di vita.

I traumi da sport sono forse la tipologia più frequente e possono avere origine in un riscaldamento inadeguato, un errore nell’esecuzione di un gesto atletico e negli infortuni da contatto.

Purtroppo la vita quotidiana ci espone tutti a cadute o altri piccoli incidenti. Spesso i traumi muscolari possono derivare da disattenzione o dall’eccessiva velocità di esecuzione di un particolare movimento.

Sembrerà strano, ma anche le condizioni meteo possono rappresentare, in qualche modo, la causa indiretta di un trauma muscolare. In una giornata invernale, ad esempio, i muscoli soffrono dell’effetto vasocostrittore del freddo, sono meno irrorati di sangue, meno potenti e si stancano più facilmente, esponendosi di più al rischio di infortunio. Inoltre gli agenti atmosferici come pioggia, ghiaccio, neve possono rendere insidiosa e insicura la superficie dove camminiamo.

L’avanzare dell’età determina dei cambiamenti nelle fibre muscolari, per questo le persone anziane dovrebbero prestare ancora più attenzione ed esporsi il meno possibile alla possibilità di subire traumi muscolari.

Quelli dell’apparato muscolare vengono classificati in traumi diretti e indiretti. Scopriamo insieme di cosa si tratta e a quali danni possono andare incontro i nostri muscoli.1

Traumi diretti: le contusioni

I danni da trauma diretto implicano l’azione lesiva di un agente esterno e, nel nostro caso, prendono il nome di contusioni muscolari. Questo tipo di trauma, in genere, viene considerato un evento di poca entità in quanto può risolversi in tempi brevi.

Le contusioni vengono classificate in tre gradi, a seconda della diminuzione dell’ampiezza del movimento muscolare che viene procurata dal trauma stesso:

  • Grado lieve: in questo tipo di lesione lo spettro del movimento post-traumatico concede di andare oltre la metà dell’ampiezza totale;
  • Grado moderato: in questo caso non è possibile raggiungere la metà e l’ampiezza del movimento è di circa 1/3 del movimento;
  • Grado severo: lo spettro del movimento è notevolmente ridotto ed è inferiore a 1/3.

Traumi indiretti: contrattura, stiramento e strappo

I traumi muscolari del tipo indiretto sono il risultato di un’azione lesiva più complessa che prende in considerazione sia fattori esterni che interni. Appartengono a questa categoria le contratture, gli stiramenti e gli strappi.

Contrattura
La contrattura è una situazione patologica in cui il muscolo non riesce ad allungarsi in modo adeguato. Può essere la conseguenza di disturbi posturali o di un particolare stato di tensione emotiva oppure può presentarsi dopo uno sforzo muscolare eccessivo durante l’allenamento.

La contrattura è classificata come una lesione di grado 0, in quanto non crea un danno anatomico, ed è la principale responsabile del dolore che si prova dopo l’attività sportiva.

Stiramento
Lo stiramento muscolare è un trauma che crea un dolore immediato e acuto causato da un allungamento eccessivo del muscolo che però non intacca l’integrità delle fibre.

Lo stiramento è una lesione muscolare di grado 1: le fibre muscolari non sono interrotte ma sono presenti delle anomalie biomeccaniche. Lo stiramento si caratterizza per un dolore acuto localizzato nella zona anatomica interessata e l’impotenza funzionale si presenta dopo un intervallo di tempo dalla durata variabile.

Strappo
Seguendo la classificazione dei traumi muscolari di Kouvalchouk, una delle più accreditate presso gli autori di scuola francese, quello che gergalmente definiamo strappo viene chiamata distrazione muscolare o lesione di grado 2.

In questo caso di verifica un danno a carico delle fibre muscolari che viene classificato in quattro stadi, a seconda dell’entità:

  • I stadio: rottura completa di qualche fibra muscolare che non ha coinvolto le strutture di sostegno;
  • II stadio: rottura di un numero maggiore di fibre muscolari con iniziale coinvolgimento delle strutture di sostegno senza la presenza di ematomi;
  • III stadio: rottura parziale caratterizzata da un numero elevato di fibre muscolari, lesione del tessuto connettivo di sostegno e abbondante ematoma intramuscolare;
  • IV stadio: rottura muscolare completa.2

Gli strappi muscolari possono compromettere l’elasticità e la funzionalità della fascia muscolare colpita ed è necessario chiedere l’intervento del medico per studiare una terapia adeguata.

Trattamento terapeutico per i traumi muscolari

I trattamenti per curare i traumi muscolari hanno l’obiettivo di limitare le conseguenze dell’infortunio, di prevenire i danni futuri e restituire al muscolo la mobilità perduta. I trattamenti più idonei vengono selezionati in base alle caratteristiche del paziente, alla sede del trauma e al tipo di lesione.

In caso di contusioni è possibile ottenere degli effetti benefici con il protocollo RICE (Rest, Ice, Compression, Elevation). Questo protocollo è il trattamento iniziale della maggior parte dei traumi muscolari e consiste in: riposo assoluto, applicazione ciclica di ghiaccio, compressione per mezzo di un bendaggio ed elevazione dell’arto.

Solo dopo 48 ore dal trauma, il medico specialista può saggiare la mobilità muscolare con dello stretching passivo, sotto la soglia del dolore. Solo per le contusioni più gravi (terzo grado) è necessario eseguire degli esercizi di tonificazione. Questi esercizi vengono suggeriti da un fisioterapista successivamente ad un’indagine ecografica e un test per valutare l’estensibilità muscolare.

Per le contratture il medico può consigliare una terapia del calore per mezzo di impacchi caldo-umidi, ipertermia, tecarterapia, massaggi decontratturanti e ultrasuoni.

Lo stiramento viene trattato con terapie strumentali come laser, ultrasuoni, tecarterapia e ipertermia. La riabilitazione prevede inoltre massaggi e bendaggi funzionali decontratturanti. In genere la ripresa delle normali attività avviene in circa 12-15 giorni.

Lo strappo viene trattato inizialmente con il protocollo RICE e il muscolo leso viene immobilizzato da un minimo di 48 ore a un massimo di 5 giorni. Trascorsi i 5 giorni dal trauma il medico specialista può individuare la lesione attraverso un esame ecografico. Fanno parte della terapia massaggi, stretching attivo, tecarterapia, ipertermia e laser.

In caso di lesioni molto gravi può essere necessario sottoporsi a un intervento chirurgico per ripristinare la funzionalità del muscolo.3

Note

  1. Marcheselli, Alberto. “Le lesioni muscolari traumatiche dell’arto inferiore dello sportivo: il trattamento riabilitativo”, Università degli studi di Firenze, 2005-2006, pag. 16 – 22
  2. Ivi pag. 26-35
  3. Ivi pag. 44 – 51

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