Osteoporosi: prevenzione, sintomi, trattamento e cura

Si sa che l’osteoporosi colpisce con maggior incidenza le persone anziane ma può manifestarsi anche in età più giovane. Oggi, grazie ad esami poco invasivi, può essere diagnosticata in modo precoce e trattata adeguatamente. Vediamo quali sono le caratteristiche, i tipi di cura e le strategie di prevenzione per l’osteoporosi.

Cos’è l’osteoporosi?

L’osteoporosi è una malattia sistemica che colpisce le ossa e si caratterizza per un indebolimento e una riduzione della massa ossea. In questa condizione l’osso diventa sempre più fragile e più soggetto a fratture.1

Le nostre ossa sono composte da un tessuto vivo costituito da fibre di collagene impregnate di minerali, principalmente calcio. Il tessuto osseo è sottoposto ad un continuo cambiamento: creato e riassorbito da particolari cellule chiamate osteoblasti e osteoclasti a seconda della funzione svolta. Gli osteoblasti producono fibre di collagene mentre gli osteoclasti riassorbono il tessuto degradato.

Questo processo fa parte della naturale vita dell’osso e in medicina viene chiamato rimodellamento osseo o turnover osseo. In giovane età si produce molto più tessuto mentre in età adulta il processo mantiene ciò che è stato creato durante la crescita e nella vecchiaia i processi di distruzione prevalgono sulla ricostruzione.

L’osteoporosi incide quindi sul normale invecchiamento del tessuto osseo rendendolo più debole e fragile.2 – 3 – 4

osteoporosi grafica
La minore densità ossea è la principale differenza tra un osso sano e uno colpito da osteoporosi

Fattori di rischio

I fattori di rischio che rendono le persone più o meno soggette a sviluppare l’osteoporosi sono classificati in due categorie: non modificabili e modificabili.

I fattori di rischio non modificabili sono quelli che fanno parte del bagaglio genetico della persona: l’età (avanzata), il sesso (femminile) la razza (caucasica e asiatica) e la storia familiare (predisposizione genetica).

I fattori di rischio modificabili sono quelli inerenti allo stile di vita: la sedentarietà, il fumo, l’alcool, il peso, l’inadeguato apporto di calcio e vitamina D e l’assunzione cronica di corticosteroidi (farmaci anti-infiammatori ad alto rendimento).
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La combinazione di questi fattori associata all’assunzione prolungata di determinati farmaci può far emergere i primi sintomi dell’osteoporosi anche in giovane età.

Tipi di osteoporosi

L’osteoporosi viene classificata in primaria e secondaria. L’osteoporosi primaria colpisce in età avanzata e viene suddivisa in due tipologie:
l’osteoporosi primaria di tipo I o postmenopausale: colpisce le donne intorno ai 51 anni di età ed è causata principalmente dalla diminuzione della produzione di ormoni.
– l’osteoporosi primaria di tipo II o senile: colpisce entrambi i sessi dopo i 70 anni ed è correlata al naturale processo di invecchiamento delle ossa.

L’osteoporosi secondaria è causata dalla combinazione di più fattori ovvero dalla presenza di altre patologie come disturbi endocrini, disordini emopoietici, le connettivopatie e l’utilizzo cronico di farmaci. Può inoltre scaturire a seguito dell’immobilizzazione o come conseguenza di insufficienze renali, disordini gastrointestinali e patologie reumatologiche.7

L’osteoporosi viene classificata a seconda dello stadio della malattia. L’osteoporosi in fase iniziale si chiama osteopenia e segnala impoverimento osseo mentre la seconda fase, più grave,determina una porosità ossea ed è chiamata osteoporosi conclamata. Raggiunta la seconda fase si è in presenza di una riduzione dei sali minerali e di una modifica della struttura ossea. L’ultima fase viene definita osteoporosi severa o progredita. In questo stadio le ossa presentano una densità molto bassa e sono in uno stato di iper fragilità. A causa dell’elevata fragilità ossea sono frequenti le fratture spontanee del femore o delle vertebre.

Sintomi dell’osteoporosi

L’osteoporosi è una patologia abbastanza difficile da individuare perché spesso non dà segni evidenti della sua presenza. Per questo il sito della LIOS (Lega Italiana Osteoporosi) la definisce il ladro silenzioso.
Il dolore osseo, anche di bassa intensità, è comunque un campanello d’allarme che deve far scattare dei sospetti ed è il sintomo più evidente di questa patologia. Spesso si può notare anche una diminuzione della statura e una tendenza ad assumere una postura curva. Altro fenomeno frequente correlato alla presenza dell’osteoporosi è la facilità di procurarsi fratture.

Diagnosi di osteoporosi

Per diagnosticare l’osteoporosi il medico procede con un’attenta valutazione di tutti i fattori di rischio e attraverso degli esami del sangue valuta la presenza di un’eventuale osteoporosi secondaria.8

Gli esami radiografici della colonna vertebrale vengono consigliati alle donne sopra i 70 anni di età e agli uomini sopra gli 80 anni.

Per valutare la massa ossea si procede con esami non invasivi che vengono utilizzati anche per il monitoraggio della patologia. Attraverso il DXA (Dual Energy X-ray Absorptiometry) è possibile conoscere il livello di densità ossea e di calcio. Questo esame è molto preciso e si basa sull’assorbimento osseo di un raggio X.

Per valutare il grado di impoverimento della massa ossea è necessario sottoporsi ad una MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata), il cui esito può evidenziare lo stadio di avanzamento della malattia.9 La MOC stabilisce la densità ossea analizzando una zona campione che generalmente corrisponde all’avambraccio, la colonna vertebrale e il collo del femore.10 L’esame è veloce e indolore in quanto è simile ad una normale radiografia. Il paziente deve togliere gli oggetti metallici, viene fatto sdraiare su un lettino con le gambe sorrette da un apposito sostegno. Sopra il lettino è posizionata la macchina a raggi X o ultrasuoni. L’esame dura pochi minuti e il paziente può tornare a svolgere normalmente le sue attività quotidiane.

I risultati della MOC sono espressi in T-score o Z-Score. Il primo punteggio indica la differenza tra il valore registrato dal paziente con il valore medio della popolazione sana mentre il secondo indica la differenza tra il valore registrato dal paziente e il campione sano della stesso sesso e fascia d’età. Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) i criteri diagnostici della MOC sono:

  • T- score -1 o maggiore: normale
  • T- score -1 e -2.5: osteopenia
  • T- score <-2.5: osteoporosi
  • T- score <-2.5 + frattura: osteoporosi stabilizzata.11

Prevenzione, trattamento e cura

Aver cura delle ossa fin da giovani è un buon metodo per prepararsi al futuro e quindi è consigliato assumere la maggior quantità di calcio possibile in modo da ottenere un elevato picco di massa ossea intorno ai 25 anni.

Assumere calcio in modo costante è un buon atto di prevenzione a qualsiasi età quindi è bene integrare nell’alimentazione quotidiana cibi come il latte, lo yogurt, i formaggi freschi e stagionati, le alici, polpi e calamari, broccoletti, carciofi e cicoria. Le quantità di calcio da assumere giornalmente variano in base all’età, ad esempio dai 30 anni ai 50 gli esperti consigliano di assumere all’incirca 800 mg di calcio al giorno mentre sopra i 50 anni tra gli 800 e i 1000. Per le donne oltre i 50 anni di età, considerate più a rischio, la quantità consigliata è tra i 1200-1500 mg.12

Una volta giunti alla diagnosi di osteoporosi è possibile procedere con delle terapie conservative che mirano a migliorare lo stile di vita della persona. Queste terapie, utilizzate anche per la prevenzione della malattia, si basano su una corretta attività fisica e una sana alimentazione. Un’attività fisica regolare ha molti effetti positivi in quanto aumenta la resistenza muscolare, favorisce il metabolismo osseo e migliora l’equilibrio.13 Seguire una dieta sana ricca di vitamina D3 e di calcio contribuisce a mantenere attivo il nutrimento osseo.

La terapia farmacologia per l’osteoporosi comprende farmaci estro-progestinici, modulatori dei recettori selettivi per gli estrogeni e difosfonati, inibitori del riassorbimento osseo. 14

A seguito di una frattura articolare causata dall’osteoporosi potrebbe essere necessaria la sostituzione con una protesi ortopedica. In questo caso, a seconda del livello di fragilità ossea del paziente, il chirurgo deciderà il tipo di protesi più indicata da utilizzare al fine di garantire il migliore ancoraggio e stabilità dell’impianto protesico.

Note

  1. “Cos’è l’osteoporosi?”, Osteoporosi.it
  2. Hazan, Liran. “Gestione dell’osteoporosi”, Università di Bologna, 2014-2015, p. 17-18
  3. “Linee guida per la prevenzione dell’osteoporosi”,  Ministero della Salute.it
  4. “L’osso, questo sconosciuto”, Lega Italiana Osteoporosi, lios.it
  5. Minnucci, Alessandra, “Valutazione degli outcomes clinici e funzionali di pazienti anziani con osteoporosi, 2004-2005, pag. 5
  6. “Quali sono i principali fattori di rischio?”,  Osteoporosi.it
  7. Hazan, Liran. “Gestione dell’osteoporosi”, Università di Bologna, 2014-2015, p. 15-16
  8. “Osteoporosi”,Lega Italiana Osteoporosi, lios.it
  9. “Osteoporosi”, 9/03/2016, Ministero della Salute.it
  10. “Osteoporosi”, Wikipedia.it, 28/10/2016
  11. Dr. Bortolotti, Roberto. “Osteoporosi: domande e risposte”, Reumatici Trentino.it
  12. “Prevenzione”, Lega Italiana Osteoporosi,lios.it, giugno 2010
  13. A cura di Carlina V. Albanese, Roberto Passariello, “Osteoporosi e malattie metaboliche dell’osso: Clinica e diagnostica”, Springer, 2006, p.558
  14. “Terapia”,Osteoporosi.it

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